Manifesto Imagista
La "lotta dell'uomo" opera per il Manifesto dell'Imagismo pittorico.
Omaggio a Giuseppe Viola
Giuseppe Viola è uomo assorto che "ab imo" trae il nutrimento per la sua opera.
Arte è quello che l’artista crea e nessun giudizio critico può alterarne il benché minimo tratto.
“Non è amore, ma da esso amore procede” si legge nel Canto XC di Ezra Pound.
Parlando del rapporto che si può stabilire fra l’IMAGISMO di Viola e quello di Pound, conviene iniziare dalla fine, dalla fase contemplativa, quando non servono ormai né parole né colori.
Dalla Sicilia al ponte di Arles, alla raccolta delle ulive, i paesaggi del pittore seguono gli stessi itinerari del poeta per sfociare a Venezia, tutta cupole chiare e gondole nere su acqua movimentata verde-azzurra. Dopo angosce e cicloni appaiono i volti marcati degli amanti e dei pescatori in Liguria.
Poi, a dimostrare che l’Arte Religiosa non è morta, la trasparente figura del vecchio poeta dinanzi al crocefisso nella chiesa di Sant’Ambrogio, captata in diafano, si sovrappone alla fusione in argento di un Cristo privo di croce sullo sfondo blu-notte: “nella mente indistruttibile”. Mary de Rachewiltz Pound - Brunnenburg, 26 febbraio, 2007
Mary De Rachewiltz Pound, figlia del poeta Ezra Pound con Giuseppe Viola, 2007 Castello di Brunnenburg, Merano.

Opere